L’inventario Nazionale dei Geositi: accessibilità e valorizzazione

Data:
31 Gennaio 2025

L’inventario Nazionale dei Geositi: accessibilità e valorizzazione

Nell’ambito delle azioni previste dal Progetto PNRR GeoSciencesIR, un intervento di notevole importanza riguarda il potenziamento e l’armonizzazione dell’Inventario Nazionale dei Geositi. L’obiettivo principale è quello di promuovere l’accessibilità e la fruibilità dei dati relativi ai geositi presenti sul territorio italiano, attraverso l’adozione dei principi FAIR (Findability, Accessibility, Interoperability, e Reuse), che garantiscono una gestione ottimale delle informazioni contenute nel database. Questi principi sono fondamentali per assicurare che i dati siano facilmente reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili, in modo da facilitare la condivisione delle informazioni tra ricercatori, professionisti del settore e il pubblico in generale.

Il Progetto prevede inoltre l’implementazione di un nucleo di informazioni che rispetti i principi INSPIRE, favorendo la disponibilità e l’accessibilità delle informazioni geografiche. La conformità a questi principi permetterà non solo una più facile fruizione e riutilizzo dei dati, ma anche una loro interoperabilità a livello internazionale. L’introduzione di questi criteri comporterà un cambiamento importante nella modalità di gestione del patrimonio geologico, permettendo di accedere e utilizzare i dati in maniera sistematica e standardizzata, nonché di favorire una più ampia diffusione delle informazioni geologiche relative ai geositi italiani.

Uno degli aspetti più innovativi del progetto riguarda l’introduzione di un sistema di valutazione della FAIRness dei dati. L’attribuzione di uno score di FAIRness rappresenta uno strumento importante per monitorare la qualità e l’apertura dei dati, assicurando che questi non solo siano accessibili, ma anche fruibili in modo efficiente da parte di una vasta gamma di utenti, siano essi professionisti o semplici appassionati. Tale approccio risponde all’esigenza di rendere i dati maggiormente trasparenti, così da contribuire alla loro valorizzazione, gestione e al corretto aggiornamento nel lungo periodo.

Il progetto ha come obiettivo principale quello di rendere le informazioni sui geositi italiani disponibili al più ampio pubblico possibile. In tal senso, si prevede di arricchire il database con informazioni aggiuntive, come modelli digitali tridimensionali, che permetteranno agli utenti di esplorare i geositi in modo immersivo e dettagliato. L’uso di modelli 3D digitalizzati consentirà infatti di effettuare visite virtuali e da remoto, aumentando l’accessibilità dei luoghi di interesse scientifico anche senza visitarli fisicamente. Questo approccio contribuirà in maniera significativa alla valorizzazione del patrimonio geologico italiano, offrendo opportunità di apprendimento e di ricerca, oltre a favorire la diffusione della cultura geologica e scientifica tra il grande pubblico.

Le tecnologie utilizzate per migliorare e arricchire il database dei geositi comprendono il laser scanning, il rilevamento LiDAR e fotogrammetrico, incluso l’utilizzo di droni. Grazie all’adozione di queste tecniche, è stato possibile acquisire digitalizzazioni ad alta risoluzione di diversi geositi scelti di rilevante valore scientifico. L’impiego di queste tecnologie consente di ottenere dati di estremo dettaglio, che possono essere utilizzati non solo per la documentazione, ma anche per il monitoraggio e la gestione dei geositi nel tempo.

Tra i geositi selezionati per arricchire il database, alcuni sono di particolare rilevanza per la geologia e il geoturismo. Di seguito vengono descritti alcuni dei principali geositi che sono stati scelti per essere approfonditi nell’ambito dell’Inventario Nazionale dei Geositi, a testimonianza del loro valore scientifico:

  • La faglia del Monte Vettore situata nei pressi di Castelluccio di Norcia (PG), nella zona dei Colli Alti e Bassi. Questa faglia di grande interesse scientifico rappresenta un elemento tettonico distensivo ad andamento NW-SE, appartenente al sistema di faglie Monte Vettore – Monte Bove. La struttura mette a contatto in questo punto le Formazioni del Calcare Massiccio e della Maiolica, entrambe appartenenti alla Successione Umbro-Marchigiana. La faglia ha subìto una riattivazione durante l’evento sismico del 30 ottobre 2016, la cui dislocazione è visibile nella banda più chiara alla base dello specchio di faglia. La sua importanza è tale che è stata recentemente inserita tra i 200 geositi di maggior rilevanza scientifica a livello mondiale, secondo l’IUGS (International Union of Geological Sciences).

Il cordone del Vettore rappresenta l’emergenza del piano di una faglia che vede ribassare il fianco del massiccio e che si è riattivata nel 2016, causando i principali eventi della sequenza sismica che ha colpito i territori a cavallo di Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. Dal punto di vista geologico la maggiore evidenza dei terremoti nel sito è proprio la striscia bianca alla base del cordone, che rappresenta la roccia messa a nudo dallo scivolamento dei blocchi e che segnala l’entità dello spostamento superficiale lungo il piano di faglia durante i due terremoti più significativi della sequenza sismica, quello del 24 agosto, di magnitudo 6,0, e quello del 30 ottobre 2016, di magnitudo 6,5. L’ISPRA e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, allo scopo di segnalare, preservare e valorizzare questo geosito, hanno posizionato nei tre punti dove si è registrata una fagliazione superficiale, delle placche metalliche al fine di indicare la superficie topografica prima degli eventi sismici del 24 agosto e del 30 ottobre. Sono state inoltre stese delle resine protettive per ritardare il processo di alterazione naturale dovuto agli agenti atmosferici che con il tempo andrà ad uniformare il colore della roccia affiorante, cancellando le tracce della dislocazione più recente. Questi interventi sono stati parte di un progetto che ha visto anche l’installazione di 13 pannelli illustrativi, disposti in varie zone del Parco, che descrivono gli effetti del terremoto sull’ambiente naturale. Questo rappresenta uno strumento per preservare la memoria degli eventi e per aumentare la consapevolezza sui fenomeni naturali di chi visiterà questi territori.

  • Il Giacimento fossilifero del Cretacico di Cautano situato nel Parco del Taburno-Camposauro (BN). Questo geosito di interesse regionale ospita un contenuto fossilifero rilevante, principalmente composto da rudiste risalenti al Cretacico superiore. Le rudiste, talvolta conservate nella loro posizione vitale, sono una testimonianza delle condizioni ambientali di quel periodo. Il sito è stato incluso nell’Inventario grazie alla collaborazione con il Parco del Taburno-Camposauro, che sta attualmente portando avanti una candidatura per il riconoscimento di Geoparco UNESCO.
  • Il Monumento Naturale di Campo Soriano è situato all’interno di un campo carsico. Questo geosito di interesse nazionale rappresenta un esempio di un rilievo residuale di calcare, denominato hum, che si erge all’interno della piana carsica di Campo Soriano (LT). L’area è protetta e classificata come Monumento Naturale e offre l’opportunità di testare nuove tecnologie di monitoraggio attraverso l’analisi dell’alterazione geologica nel tempo.

Un aspetto innovativo riguarda l’applicazione di tecnologie come il laser scanning e la fotogrammetria digitale, che hanno permesso di raccogliere un grande quantitativo di dati di grande dettaglio. Nel caso del geosito di Campo Soriano sono state effettuate due campagne di acquisizione di nuvole di punti, la prima a maggio e la seconda a settembre del 2024, a seguito della comparsa di una frattura decimetrica riscontrata nel periodo estivo, ben visibile alla mesoscala nella parte bassa del corpo affiorante. Questi dati acquisiti con la stessa metodologia in tempi differenti sono stati confrontati tra di loro per analizzare l’evoluzione nel tempo, valutando l’entità dell’alterazione ed erosione a cui è sottoposto l’ammasso roccioso e identificando le principali discontinuità critiche. Il confronto delle nuvole di punti ha permesso di quantificare inoltre la dimensione dei blocchi instabili, fornendo indicazioni per eventuali interventi di mitigazione del degrado naturale del sito.

Grazie a queste tecnologie, è stato anche possibile realizzare modelli in scala del geosito tramite stampante 3D, che consentono di visualizzare in modo tangibile l’elemento geologico e di comprendere le dinamiche che ne regolano l’evoluzione.

In conclusione, l’introduzione di tecnologie come il laser scanning, il LiDAR e la fotogrammetria digitale nell’ambito dell’Inventario Nazionale dei Geositi rappresenta un passo fondamentale per la valorizzazione e la conservazione del patrimonio geologico italiano. Grazie a queste tecnologie, sarà possibile non solo migliorare la gestione dei geositi, ma anche promuoverne una fruizione più interattiva e accessibile, favorendo una maggiore diffusione della cultura geologica e scientifica. L’adozione dei principi FAIR garantirà inoltre che i dati siano aperti, accessibili e riutilizzabili dagli utenti, contribuendo in modo significativo alla catalogazione e alla conservazione del patrimonio geologico.

Ultimo aggiornamento

5 Marzo 2025, 15:45