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Il Servizio geologico d’Italia, dalla sua fondazione ad oggi

 

Introduzione

Dalla realizzazione delle prime carte geologiche realizzate a partire dalla fine del XIX secolo, la cartografia geologica ha svolto un ruolo determinante nella comprensione della storia della Terra e nella raccolta delle informazioni necessarie per risolvere i problemi pratici di uso del territorio, come l’identificazione e la valutazione delle risorse minerarie ed energetiche, la natura e l’origine delle rocce, l’utilizzo delle acque sotterranee, tutti elementi indispensabili per la definizione dello sviluppo sociale ed economico.

Il compito istituzionale fondamentale del Servizio geologico d’Italia, dalla data della sua istituzione, è stato proprio quello della "formazione e pubblicazione della Carta geologica d’Italia”, svolgendo un ruolo determinante sia per lo sviluppo e la diffusione delle Scienze geologiche che per la conoscenza del territorio del nostro Paese.

La fondazione del Regio Comitato Geologico

Pochi mesi dopo l’atto formale di unificazione del Regno d’Italia, avvenuta il 17 marzo 1861, venne istituita una giunta consultiva che doveva “discutere i metodi e stabilire le norme per la formazione della Carta Geologica del Regno d’Italia”; la giunta produsse un rapporto finale per il Ministro dell’agricoltura, industria e commercio (MAIC), Filippo Cordova. Lo stesso Ministro incarica Quintino Sella di visitare i vari paesi europei già attivi nel campo della cartografia geologica, per verificare i sistemi adottati per il rilievo geologico e la cartografia. Sella redige una relazione dal titolo emblematico “Sul modo di fare la Carta geologica del Regno d’Italia”, insieme ad una bozza di decreto che, solo 4 giorni dopo, viene emanato dal Re Vittorio Emanuele II (R.D. 408-octies). Con questo atto formale prende avvio il progetto della Carta geologica d’Italia, viene istituito un Ufficio geologico posto sotto il controllo del MAIC e viene nominato Sella direttore dello stesso ufficio; i rilievi geologici vengono affidati ad una squadra di ingegneri del Reale corpo delle miniere.

Tuttavia Sella lavorò nell’organizzazione del nuovo ufficio per un breve periodo, fino a quando viene nominato Ministro delle Finanze. In virtù di tale carica è costretto, per ripianare i debiti e chiudere il bilancio dello Stato in pareggio, a tagliare i finanziamenti allo stesso progetto che aveva, pochi mesi prima, ideato e fatto approvare; di fatto l’esecutività del R.D. 408-octies viene sospesa.

Nonostante le difficoltà, il progetto di cartografia geologica continua ad essere perseguito e Sella, coadiuvato dall’amico e collega Felice Giordano, riesce a far attuare un nuovo modello; con l’emanazione del R.D. 4113 venne ratificato, infatti, che la “Sezione geologica del Consiglio delle Miniere è costituita in Comitato geologico presso il Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio”, con l'incarico di compilare e pubblicare la grande carta geologica del Regno d'Italia e di dirigere i lavori, raccogliere e conservare i materiali e i documenti relativi. La sede del Comitato geologico venne stabilita a Firenze e la presidenza affidata a Igino Cocchi.

La fondazione del R. Ufficio Geologico

Qualche anno dopo, Sella rilancia la sua idea di avere un ufficio geologico centrale e un unico direttore responsabile del progetto cartografico, convincendo il Ministro Cordova a sottoporre al Re Vittorio Emanuele II un decreto con il quale “La formazione e la pubblicazione della Carta geologica d’Italia sono affidate ad una Sezione del Corpo Reale delle Miniere sotto l’alta direzione scientifica del Comitato geologico” e che “La sezione del Corpo Reale delle Miniere costituisce l’Ufficio geologico, il quale si compone di ingegneri e di aiutanti - geologi”. L’emanazione del Regio Decreto, n. 1421 del 15 giugno 1873 costituisce quindi l’atto fondativo del R. Ufficio geologico definendone, contemporaneamente, la sede in Roma. Nello stesso decreto viene stabilita la creazione di uno speciale gabinetto per conservare le rocce, i minerali e i fossili che verranno raccolti nei lavori di campagna, così come la creazione di una biblioteca dedicata ai libri e alle carte già collezionate e disponibili a Firenze presso il Comitato geologico.

L’operatività del R. Ufficio geologico comincia, però, solo nel 1876, quando Giordano riceve l’incarico di dirigere l’ufficio. L’anno successivo viene avviato il rilevamento geologico sistematico della Sicilia e della Sardegna, nel 1878 della Campagna romana, delle Alpi Apuane, dell’isola d’Elba, delle Alpi occidentali e della Calabria. Il primo evento internazionale che vede coinvolto il R. Ufficio geologico è nel 1881 a Bologna, in occasione del 2° Congresso Internazionale di Geologia, dove viene pubblicata “per cura del R. Ufficio geologico” la prima edizione della Carta geologica d’Italia in scala 1:1.000.000.

La storia dell’Ufficio continua tra alterne vicende; dopo la morte di Quintino Sella e un progressivo disinteresse del MAIC alla cartografia geologica, l’attività di rilevamento geologico del territorio italiano prosegue con un ritmo lento e costante, cadenzato dalla pubblicazione di un certo numero di fogli geologici in scala 1:100.000 ogni anno, intervallato da fasi di maggiore produttività ogniqualvolta la politica metteva in evidenza la necessità di conoscenza geologica del territorio. Fu così, infatti, nel primo e nel secondo dopoguerra, quando riemerse la necessità di approvvigionamento di risorse energetiche (lignite, carbone, petrolio), o negli anni ’60, che rappresentarono un periodo d’oro per la geologia in Italia e nel mondo.

La produzione cartografica dell’Ufficio geologico, però, può rappresentare un vanto delle Scienze geologiche italiane. Si ricordano, a puro titolo di esempio, alcuni prodotti che hanno segnato la storia della cartografia geologica nel nostro paese: la “Carta geologica delle Alpi Apuane”, in scala 1:50.000, realizzata da D. Zaccagna, B. Lotti e P. Fossen nel 1894; la “Carta geologica delle Alpi occidentali”, in scala 1:400.000, realizzata nel 1908 da D. Zaccagna, E. Mattirolo, V. Novarese, S. Franchi, A. Stella, definita da Emile Argand un’”opera magistrale del R. Ufficio geologico”; la “Carta geologica dei vulcani Cimini” in scala 1:75.000 realizzata da V. Sabatini nel 1909.

Dagli anni del dopoguerra a oggi

Gli anni ’20 vedono l’Ufficio geologico riprendere, dopo la pausa della Prima Guerra Mondiale, la realizzazione cartografica a scala nazionale con l’emanazione del R. Decreto 19/1920 che ribadisce i compiti dell’ufficio e assegna allo stesso lo studio petrografico e chimico dei minerali e delle rocce dal punto di vista scientifico e da quello della loro possibile utilizzazione e lo studio dei problemi geologici d'interesse pratico generale. Nel 1923, l’Ufficio passa sotto il Ministero dell’Economia Nazionale, ed entra a far parte della Divisione esplorazione del sottosuolo dell'Ispettorato generale delle miniere e dei combustibili nazionali (R.D. 2125/1923).

Nel 1927, un nuovo Decreto ribadisce i compiti e la ripresa l’attività cartografica, con la collaborazione del Regio Magistrato delle Acque per i fogli geologici delle Tre Venezie.

In quel periodo alcuni dei geologi dell’Ufficio vengono destinati a ricerche geologiche e idrogeologiche nei paesi delle colonie italiane in Africa, partecipando alle grandi missioni esplorative finanziate dal Governo nazionale. Proprio con l'espansione coloniale del periodo fascista si riordina e si rafforza il Servizio Geologico nell'ambito del Corpo Reale delle miniere con il R.D.L. 237/1936 e con la Legge 25 maggio 1936. Ulteriori riordini dell’Ufficio vengono decretati nel 1943, estendendo le competenze anche alle ricerche e agli studi geofisici, e nel 1958.

Finalmente, il 2 febbraio 1960, con la Legge n. 68, il Servizio geologico d’Italia viene designato Organo cartografico dello Stato dopo che la Legge n. 15 del 3 gennaio 1960, nota come Legge Sullo, aveva autorizzato la spesa straordinaria di 2,5 miliardi di Lire per il completamento, l’aggiornamento e la pubblicazione della Carta geologica d'Italia e dei relativi studi illustrativi. I lavori, che dovevano essere completati entro il 30 giugno 1970, potevano essere realizzati in collaborazione con le Università, gli Enti pubblici e privati e le Regioni Autonome, sotto la supervisione del Comitato Geologico.

Il progetto cartografico a scala 1:100.000 viene completato, in realtà, con la stampa dell’ultimo foglio nel 1989. Già nel 1971, tuttavia, vengono avviati i lavori per la realizzazione della nuova serie cartografica in scala 1:50.000 per la quale, con un organico sottodimensionato e gli scarsi mezzi a disposizione, verranno rilevati e stampati solo alcuni fogli indicati come “sperimentali”.

Da ricordare, inoltre, la L. 464 del 4 agosto 1984 che obbliga gli esecutori di pozzi di profondità superiore ai 30 m o di scavi/gallerie di lunghezza superiore ai 200 m di darne comunicazione al Servizio, allegando i dati geologici raccolti durante l’esecuzione dei lavori; questa Legge ha permesso al Servizio di creare una banca dati nazionale sulle stratigrafie e sulle caratteristiche geologiche/idrogeologiche del sottosuolo che, seppur incompleta, rappresenta la più grande base di dati stratigrafici estesa a scala nazionale.

Nel 1987, avviene il trasferimento del Servizio geologico al Ministero dell’Ambiente, con il rinnovo degli incarichi cartografici geologici e geotematici e con l’ulteriore incarico di costituire e gestire banche dati nazionali. L’anno successivo viene stabilita l’autonomia scientifica e funzionale del Servizio geologico e il progetto di Cartografia geologica nazionale viene finanziato con uno stanziamento una tantum di 20 miliardi di Lire.

La Legge 183/89 sulla difesa del suolo vede il Servizio geologico, insieme ai Servizi idrografico e mareografico, sismico e dighe costituire un sistema coordinato e unitario sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri, denominato Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali, con autonomia scientifica, tecnica, organizzativa ed operativa e con lo scopo di assicurare la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico e la tutela degli aspetti ambientali connessi.

La storia recente, con la pubblicazione del D. L.vo 300/99, prosegue con l’istituzione dell’Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici (APAT), nella quale confluiscono parte dei Servizi Tecnici Nazionali e l’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ANPA), svolgendo compiti e attività tecnico-scientifiche di interesse nazionale per la protezione dell'ambiente, per la tutela delle risorse idriche e della difesa del suolo.

Un ulteriore riordino avviene nel 2008, quando con l’istituzione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA; L. 133/2008) viene sancita la fusione dell’APAT con l’Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica applicata al Mare (ICRAM) e l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS).

Conclusioni

Questa sintesi della storia del Servizio geologico d’Italia vuole descrivere il ruolo portante e propulsivo avuto dall’Ufficio in questo lungo arco temporale. Nonostante le mutazioni sociali ed economiche che si sono susseguite nel Paese, che hanno avuto sempre notevoli ripercussioni sul ruolo, sulla struttura e sui finanziamenti necessari all’operatività dell’ Ufficio, il Servizio geologico d’Italia ha sempre rappresentato un punto di riferimento per la geologia in generale e per la cartografia geologica in particolare, per tutti coloro che, per la loro professione, per la ricerca, per la didattica, o semplicemente per curiosità scientifica, hanno cercato le informazioni di natura geologica, del suolo e del sottosuolo, relative al territorio del nostro paese.

I geologi e gli ingegneri transitati nell’organico del Servizio hanno lasciato traccia dei loro studi e delle loro ricerche nelle numerose carte geologiche e tematiche, nei numerosi lavori e nell’ampia mole di letteratura grigia presente negli archivi del Servizio. I loro insegnamenti hanno formato diverse generazioni di geologi rilevatori contribuendo in maniera capillare alla diffusione e alla crescita delle Scienze geologiche.