L’Italia in Antartide: scienza e vita alla Stazione Mario Zucchelli
Data:
14 Luglio 2025

Dal 1985, l’Italia è protagonista della ricerca scientifica in uno degli ambienti più estremi e affascinanti del pianeta: l’Antartide. A rappresentare il nostro Paese sul continente bianco è il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), uno strumento fondamentale per promuovere la ricerca polare e garantire il funzionamento delle infrastrutture necessarie a supportarla.
Il PNRA è finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e gestito dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per il coordinamento scientifico, da ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) per la gestione tecnica e scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi. Un importante contributo è fornito anche dal Ministero della Difesa, che mette a disposizione personale specializzato delle Forze Armate.
Ogni anno, circa 75 ricercatori provenienti da università ed enti pubblici italiani lavorano a tempo pieno a progetti scientifici finanziati dal programma. A loro si affiancano circa 90 tra tecnici e logistici che partecipano direttamente alle spedizioni sul campo. Quest’anno, nell’ambito della XL Campagna estiva da novembre 2024 a febbraio 2025, ha preso parte alla spedizione anche un tecnologo del Servizio Geologico d’Italia – ISPRA che ha operato presso l’Osservatorio meteo-climatologico antartico coordinato dall’ENEA, raccogliendo quei dati climatologici di lungo periodo in grado di monitorare i cambiamenti climatici globali. Le operazioni si sono svolte presso le stazioni metereologiche nella Terra Vittoria a sud dell’Antartide e nel settore orientale del plateau.
Figura 1. Una delle stazioni meteorologiche dislocate tra la Terra Vittoria e il Plateau antartico. (fonte: SaverioRomeo©PNRA).
L’Antartide non è solo una distesa di ghiacci: è anche un continente geologicamente complesso e ancora in parte misterioso. La sua struttura è dominata da due grandi regioni: l’Antartide Orientale, che poggia su un antico cratone stabile e roccioso, e l’Antartide Occidentale, geologicamente più giovane e instabile, con zone soggette a rifting e attività vulcanica. La Terra Vittoria fa parte del margine orientale del continente e ospita affioramenti rocciosi che permettono di studiare la storia geologica dell’Antartide, risalente fino all’era precambriana. Queste ricerche sono fondamentali per ricostruire l’evoluzione dei supercontinenti, come il Gondwana, e comprendere meglio i processi tettonici globali. I geologi italiani, nell’ambito del PNRA, conducono indagini sul campo, campionamenti e mappature geologiche che contribuiscono alla conoscenza scientifica di scala planetaria.
Il nostro Paese ha allestito due basi scientifiche in Antartide: la Stazione Mario Zucchelli (74°42′ Sud, 164°07′ Est), operativa solo durante l’estate australe (da fine ottobre a metà febbraio), e la Stazione Concordia (75°06’ Sud, 123°20’ Est), condivisa con la Francia e attiva tutto l’anno. In particolare, la Stazione Mario Zucchelli rappresenta il fulcro della presenza italiana in Antartide durante la stagione estiva. Situata a 15 metri sul livello del mare, sulla costa della Terra Vittoria settentrionale, tra i ghiacciai Campbell e Drygalski, la stazione si affaccia sul Mare di Ross in una zona relativamente accessibile, il che ne facilita le operazioni logistiche stagionali. La stazione, inizialmente nota come Baia Terra Nova, è stata intitolata nel 2005 all’ingegner Mario Zucchelli, figura chiave dello sviluppo del progetto antartico dell’ENEA.
La Stazione è un vero e proprio villaggio scientifico di frontiera. Dispone di una superficie coperta di 7500 metri quadrati che include alloggi, laboratori, magazzini, mense, aree comuni, sale per il tempo libero, una centrale elettrica, una sala controllo e un’infermeria con pronto soccorso attrezzato. L’assistenza sanitaria è garantita dalla presenza di due medici in campo, in collegamento costante con il Policlinico Gemelli di Roma tramite telemedicina.
Figura 2. Panorama della Stazione Mario Zucchelli (fonte: ©PNRA).
La stazione è perfettamente autonoma, nonostante le condizioni ambientali estreme, con temperature che in estate variano tra -15°C e arrivano eccezionalmente a sfiorare i +5°C e la minaccia costante dei venti catabatici che possono superare i 100 km/h. L’energia elettrica è prodotta da quattro generatori diesel (per un totale di 880 kW installati), affiancati da impianti eolici e fotovoltaici, segno dell’impegno verso una futura autonomia energetica da fonti rinnovabili. L’approvvigionamento idrico avviene mediante dissalazione dell’acqua marina, rifiuti e acque reflue sono trattate in loco nel rispetto delle normative ambientali.Â
La Stazione Mario Zucchelli ospita laboratori scientifici per ricerche chimiche, biologiche, geologiche ed elettroniche, oltre a un acquario, una sala calcolo e un osservatorio astronomico. Sono presenti anche osservatori permanenti per il monitoraggio del magnetismo terrestre, della ionosfera, dei movimenti sismici, delle maree, dei riferimenti geodetici e delle variabili meteorologiche. Questo rende la stazione una piattaforma essenziale per lo studio dei cambiamenti climatici, della geodinamica e di altri fenomeni globali. La stazione offre inoltre supporto ai ricercatori che operano in campi remoti o che sono in transito verso la Stazione Concordia (Dome C), situata nel cuore del continente. Le operazioni aeree italiane e internazionali, comprese quelle dei velivoli Hercules C-130, sono coordinate dalla stazione, che dispone anche di una pista stagionale su ghiaccio marino lunga circa 3 km.
Figura 3. Un gruppo di scienziati e tecnici impegnato nella manutenzione delle stazioni meteorologiche (fonte: SaverioRomeo©PNRA).
La gestione operativa della stazione è affidata a un’organizzazione logistica altamente specializzata. Oltre alle strutture fisse, la base si avvale di una flotta di circa 30 mezzi tra veicoli terrestri, da neve, marini, oltre a battelli, gommoni ed elicotteri che garantiscono la mobilità del personale e dei materiali. All’inizio dell’estate australe, i rifornimenti arrivano via mare: quando il ghiaccio copre ancora la superficie marina, i materiali vengono scaricati sulla banchisa e trasportati in base. A fine stagione, quando il ghiaccio si ritira, è possibile utilizzare un piccolo molo e un pontone galleggiante per il trasferimento diretto tra nave e terraferma. Il carburante, necessario per il funzionamento dei generatori e dei veicoli, è stoccato in tre serbatoi da 600.000 litri ciascuno. Anche la sicurezza è garantita dalla presenza di mezzi antincendio e squadre addestrate.
La vita alla Stazione Mario Zucchelli è una sfida tanto affascinante quanto impegnativa. La comunità antartica italiana è composta da scienziati, tecnici, cuochi, medici, meccanici, informatici e altri professionisti, che condividono spazi, turni di lavoro e momenti di socialità . L’isolamento, le difficili condizioni climatiche e il ritmo serrato delle attività scientifiche richiedono grande spirito di adattamento. Ma è proprio in questo ambiente che si sviluppa un forte senso di appartenenza, unito a un obiettivo comune: contribuire alla comprensione dei sistemi naturali della Terra e monitorare gli impatti dei cambiamenti climatici.
Le ricerche condotte in Antartide hanno una valenza globale: lo studio del clima, dei ghiacci, dell’atmosfera, della biosfera e della geologia antartica permette di comprendere meglio le dinamiche ambientali del nostro pianeta. Le spedizioni italiane, grazie al PNRA e al lavoro sinergico delle istituzioni coinvolte, sono una testimonianza concreta della capacità scientifica e organizzativa del nostro Paese.
In un’epoca in cui l’equilibrio degli ecosistemi è sempre più fragile, l’Antartide continua a rappresentare un osservatorio privilegiato, una sfida logistica e un’opportunità di crescita per la scienza italiana. La Stazione Mario Zucchelli, con le sue attività , è il simbolo tangibile di questo impegno!
Ultimo aggiornamento
14 Luglio 2025, 12:17