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Il futuro del Mar Mediterraneo

Lo studio delle variazioni del livello del mare nel passato contribuisce alla comprensione delle dinamiche in atto e all’elaborazione di scenari di sollevamento del livello del mare nel futuro, dovuti anche ai cambiamenti climatici. Tale sollevamento infatti è dato dalla combinazione di fenomeni naturali ed antropici. Il tema è stato affrontato dal Prof. Kurt Lambeck nel seminario “Modellazione dei contributi isostatici e tettonici alle variazioni del livello del Mar Mediterraneo nel passato”, ospitato da ISPRA lo scorso 27 Maggio.

Come spiegato dal Prof. Lambeck il tema della variazione del livello del mare del passato può essere affrontato partendo dall’osservazione degli indicatori geologici (per i tempi più antichi) e di quelli archeologici e strumentali (più recentemente) che registrano le oscillazioni del mare rispetto alle terre emerse su cui tali indicatori insistono; per questo motivo gli andamenti di tali variazioni nel tempo sono molto differenti da un luogo all’altro.

La prima analisi consiste quindi nella distinzione delle componenti delle variazioni relative del livello del mare, le quali interessano gli oceani (eustatismo) oppure la litosfera (isostasia, tettonica, subsidenza). Le componenti eustatiche riguardano sostanzialmente la fisica delle acque (temperatura, salinità, variazioni di stato, ecc.), mentre quelle relative alla terra dipendono dalle caratteristiche e dalla distribuzione delle masse in profondità.

Le ricerche del Prof. Lambeck hanno preso avvio dalla modellazione della dinamica delle masse, nella crosta terrestre e nel mantello sottostante, in funzione delle variazioni del peso esercitato dalle masse di ghiaccio continentali alle alte latitudini e sulle catene montuose durante le ultime glaciazioni. A causa del comportamento fluido del mantello superiore e dei relativi assestamenti prodotti nella litosfera, tali variazioni di carico producono l’abbassamento crostale al di sotto della calotte glaciali durante il loro accrescimento (fasi glaciali) ed il conseguente sollevamento crostale nelle zone periferiche, intorno alle medie latitudini; durante le fasi interglaciali tale movimento verticale si inverte. La lunga esperienza nell’applicazione di modelli isostatici in differenti contesti geodinamici nel mondo, ha permesso al Prof. Lambeck di affrontare con competenza la modellazione isostatica anche per l’area mediterranea, caratterizzata da una notevole complessità sia a causa della dinamica crostale molto attiva che delle dimensioni ridotte del bacino marino; ciò infatti determina una sensibilità del livello del mare ai cambiamenti climatici molto maggiore rispetto ai bacini oceanici. Grande cura è stata rivolta alla calibrazione dei modelli isostatici con gli indicatori del livello del mare del passato; in questo contesto un contributo molto importante lo hanno fornito i numerosi ed approfonditi studi nell’area mediterranea relativi agli altri indicatori di tipo geologico, geomorfologico, tettonico e storico‑archeologico. L’integrazione di tutti questi dati ha consentito di elaborare un modello evolutivo del mare del passato consistente ed attendibile. Questo studio permette quindi di analizzare le componenti delle variazioni del livello del mare del passato e di valutare con il dovuto rigore scientifico il contributi dei fenomeni naturali agli scenari di sollevamento del livello del mare dovuti ai cambiamenti climatici.

A partire dal modello prodotto dal Prof. Lambeck è stata elaborata una metodologia di analisi dei rischi costieri dovuti al sollevamento del livello del mare e applicata ad alcune piane costiere italiane. L’analisi, condotta grazie alla collaborazione di ampio gruppo di ricerca (comprendente ENEA, INGV, CNR-ISMAR, ISPRA e le Università di Bari e Trieste), ha prodotto una serie di scenari che sono stati raccolti in un database, consegnato ad ISPRA per favorirne la diffusione attraverso il Geoportale del Servizio Geologico d’Italia e far crescere la consapevolezza dei rischi connessi ai cambiamenti climatici.